Occuparsi delle faccende domestiche è un lavoro a tutti gli effetti, ed è anche uno dei più pericolosi al mondo, a giudicare dal numero di incidenti che succedono in casa. Tra scivolate, cadute, fratture e ustioni, curare la casa si conferma un mestiere assai rischioso.
È quanto ha messo in luce un rapporto realizzato dall’Anmil, l’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, secondo cui ogni anno in Italia si verificano oltre tre milioni di incidenti domestici che coinvolgono, nel complesso, 3,5 milioni di persone.
Non occorrono particolari studi sulle abitudini degli italiani o attente indagini sociologiche per affermare che le attività domestiche sono prevalentemente un’occupazione femminile. E, infatti, la categoria più a rischio –e più colpita- è proprio quella delle donne. In totale sono 7 milioni 338 mila quelle che si sono dichiarate casalinghe nel 2017 e di queste circa 600 mila sono state coinvolte in incidenti, l’8,2% del totale.
L’ambiente più pericoloso è senza dubbio la cucina, dove avviene il 63% degli incidenti, seguita dalla camera da letto (10%), dal soggiorno (9%), dalle scale e dal bagno (8%).
Le lesioni più diffuse sono la frattura (36%), l’ustione (18,5%) e le ferite da taglio (15%).
Le parti del corpo più colpite sono gli arti superiori e inferiori. L’81,2% degli incidenti provoca conseguenze a braccia, gambe, mani e piedi, solo l’11% alla testa.
Da alcuni anni l’INAIL ha dato a quanti svolgono i lavori domestici la possibilità di assicurarsi, dietro pagamento di un modesto contributo annuale. Tuttavia, sempre meno lavoratori - casalinghi scelgono di assicurarsi: secondo i dati Inail, mentre nel 2005 si erano assicurate due milioni e mezzo di persone, nel 2017 erano scese a un milione e cinquantamila, e nel 2018 erano diventate meno di un milione. La tendenza è verso un calo progressivo. Di certo la crisi economica e la scarsa conoscenza di questo strumento ha favorito il calo di adesioni. L’alternativa all’assicurazione con l’istituto pubblico è la stipula di una polizza con una compagnia di assicurazioni privata; è una soluzione forse più onerosa, ma altrettanto probabilmente più generosa in termini di prestazione indennitaria, in caso di infortunio.